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by Magli

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Trib. Torino 4.8.2025, est. Natale, XY e altri (avv.ti Franceschini, Garelli, Landri, Pagnotta, Veglio, Caldarella, Origlia, Papotti, Pasquero) e ASGI (avv.ti Landri e Savio) c. Ministero dell’Interno (avv. Stato) e Questura di Torino (avv. Stato)

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Protezione internazionale – presentazione della domanda - adozione, da parte della Questura, di un modello organizzativo che rende estremamente difficile detta presentazione – impedimento all’esercizio di diritti fondamentali - condizione di particolare svantaggio sia rispetto ai cittadini italiani, sia rispetto agli altri stranieri regolarmente soggiornanti – discriminazione diretta e indiretta – sussistenza – ordine alla Questura di adottare un diverso modello organizzativo – ammissibilità – fattispecie.
L’adozione, da parte della Questura,  di un “modello organizzativo” che renda particolarmente difficile, per i cittadini stranieri che hanno manifestato la volontà di presentare domanda di protezione internazionale, la formalizzazione della domanda stessa (nella specie:  onere di presentarsi ripetutamente “in coda” alla Questura senza garanzia di ottenere l’accesso), costituisce discriminazione, sia indiretta che indiretta,  in ragione della nazionalità, perché pone gli aspiranti-richiedenti in una posizione di particolare svantaggio sia rispetto ai cittadini italiani (ai quali vengono riservate,  per l’accesso ad analoghi procedimenti amministrativi, modalità molto più agevoli), sia rispetto agli altri cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, perché illegittimamente preclude l’accesso ad alcuni diritti fondamentali (quali il lavoro, l’iscrizione anagrafica, l’iscrizione al SSN ecc.) che vengono invece garantiti ai primi. Al fine di rimuovere detta discriminazione il Giudice può ordinare all’amministrazione l’adozione di un diverso modello organizzativo (nella specie il Giudice ha ordinato alla Questura di adottare, entro 4 mesi, un modello organizzativo analogo a quello della Questura di Milano, che preveda la calendarizzazione degli appuntamenti, eventualmente tramite convenzione con enti del terzo settore).

International protection – submission of the application – adoption by the Police Headquarters of an organizational model making such submission extremely difficult – hindrance to the exercise of fundamental rights – situation of particular disadvantage compared both to Italian citizens and to other legally resident foreign nationals – direct and indirect discrimination – existence – order to the Police Headquarters to adopt a different organizational model – admissibility – case at hand.
The adoption by the Police Headquarters of an “organizational model” which makes it particularly difficult for foreign nationals who have expressed their intention to apply for international protection to formalize the application (in this case: the requirement to repeatedly queue at the Police Headquarters without any guarantee of gaining access) constitutes discrimination, both direct and indirect, on grounds of nationality. It places prospective applicants at a particular disadvantage compared both to Italian citizens (who are afforded much easier procedures for access to analogous administrative proceedings) and to other legally resident foreign nationals, as it unlawfully precludes access to certain fundamental rights (such as employment, civil registration, and registration with the National Health Service) which are otherwise guaranteed to the latter. In order to remove such discrimination, the judge may order the administration to adopt a different organizational model (in this case, the judge ordered the Police Headquarters to adopt, within four months, an organizational model similar to that of the Milan Police Headquarters, providing for scheduled appointments, possibly through agreements with third-sector entities).
Testo del provvedimento