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Trib. Milano 4.8.2025, est. Porcelli, APN e ASGI (avv.ti Lavanna, Guariso, Neri) c. MAECI - Ministero degli affari esteri e della cooperazione economica (avv. Stato)
| | | |Accesso degli stranieri al pubblico impiego - requisito della cittadinanza italiana – ammissibilità per i soli posti che comportino esercizio diretto, continuativo e prevalente di pubblici poteri – onere della prova a carico della PA convenuta in giudizio – uffici consolari del MAECI – attribuzioni di pubblici poteri al capo dell’ufficio – delegabilità delle stesse all’assistente – irrilevanza.
Poiché la possibilità di apporre il requisito della cittadinanza italiana ai bandi per l’accesso a posti di lavoro nella PA è limitato, per giurisprudenza consolidata della CGUE e della Cassazione, ai posti che comportano l’esercizio diretto, continuativo e prevalente di pubblici poteri, grava sulla amministrazione convenuta in giudizio, deducendo l’illegittimità di tale requisito, l’onere di provare l’esercizio di tali poteri. Tale onere non può ritenersi assolto, nel caso del bando per l’assunzione di 250 assistenti da parte del MAECI, con la mera allegazione dei compiti svolti dagli uffici consolari, anche perché, ai sensi dell’art. 3, d.lgs. 71/2011, i compiti spettanti a detti uffici (in particolare il rilascio dei visti di ingresso) competono di norma al capo dell’Ufficio e la possibilità di delegare parte di queste attività all’assistente non prova che ciò avvenga effettivamente e in modo continuativo.
Access of foreign nationals to public employment – requirement of Italian citizenship – admissibility only for posts entailing the direct, continuous, and predominant exercise of public powers – burden of proof on the defendant public authority – consular offices of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation (MAECI) – exercise of public powers by the head of office – delegability of such powers to assistants – irrelevance.
Since the possibility of imposing a requirement of Italian citizenship in public employment competitions is limited, according to settled case law of both the CJEU and the Court of Cassation, to posts entailing the direct, continuous, and predominant exercise of public powers, the burden of proving the exercise of such powers lies with the public administration defendant where the unlawfulness of that requirement is alleged. This burden cannot be deemed satisfied, in the case of the competition for the recruitment of 250 assistants by the MAECI, by the mere reference to the tasks performed by consular offices, also because, pursuant to Art. 3 of Legislative Decree No. 71/2011, the functions assigned to such offices (in particular the issuance of entry visas) are generally entrusted to the head of office, and the possibility of delegating part of those functions to an assistant does not prove that such delegation actually occurs, nor that it occurs continuously.