La sentenza si segnala perché la Corte di Cassazione riconosce innovativamente il reato di atti di discriminazione razziale in un provvedimento amministrativo. In particolare, la sentenza delinea i confini del reato di atti di discriminazione razziale, individuando in un’ordinanza sindacale, volta a proibire l’ingresso e la permanenza nel territorio comunale ad africani e sudamericani senza fissa dimora, un atto di pura discriminazione, in ragione dell’assenza della finalità pubblicistica, ossia delle ragioni di salute pubblica che avrebbero giustificato la legittimità del provvedimento amministrativo stesso. La decisione giudiziale permette di ricostruire il bene giuridico tutelato dalla fattispecie penale di atti discriminatori che deve considerarsi il diritto a godere di un bene della vita in condizioni di parità. Significativamente la decisione dimostra come la fattispecie di atti discriminatori, tipico esempio di crimine d’odio, resti centrale nella disciplina dei delitti contro l’uguaglianza, a dispetto della imprecisione della norma lamentata dalla dottrina penalistica. Ci sia consentito per un commento esaustivo alla presente decisione giudiziale, il rinvio a L. Goisis, Provvedimento amministrativo discriminatorio: la necessità della disciplina penale contro gli atti di discriminazione razziale, in Giurisprudenza italiana, 2021/11, p. 2452 ss.
The sentence is noted because the Corte di Cassazione innovatively recognizes the crime of acts of racial discrimination in an administrative measure. In particular, the sentence outlines the boundaries of the crime of acts of racial discrimination, identifying in an ordinance from a Mayor, aimed at prohibiting homeless Africans and South Americans from entering and staying in the municipal territory, an act of pure discrimination, in reason for the absence of the public purpose, that is the reasons of public health that would have justified the legitimacy of the administrative measure itself. The judicial decision makes it possible to reconstruct the legal asset protected by the crime of discriminatory acts which must be considered the right to enjoy a good of life on equal terms. Significantly, the decision demonstrates how the crime of discriminatory acts, a typical example of hate crime, remains central to the discipline of crimes against equality, despite the inaccuracy of the law complained of by the criminal law doctrine. For an exhaustive comment on this judicial decision, we are permitted to refer to L. GOISIS, Provvedimento amministrativo discriminatorio: la necessità della disciplina penale contro gli atti di discriminazione razziale, in Giurisprudenza italiana, 2021/11, p. 2452 ss.
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