L’autore esamina le disposizioni contenute nei primi 12 articoli del cd “decreto lavoro” n. 48/2023 relative all’assegno di inclusione e del “supporto per la formazione e il lavoro”, rilevando i punti di contrasto con il criterio di ragionevolezza ex art. 3 Cost. e, per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni dei cittadini extra UE, anche con il diritto dell’Unione.
Occupazione e condizioni di lavoro / Employment and working conditions
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Il contributo richiama le principali questioni aperte quanto all’applicazione del principio paritario in materia di comporto dei lavoratori disabili e dà conto della soluzione offerta ad alcune di queste da Cass. 9095/2023.
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Leggi la sentenza La Cassazione ribadisce il proprio orientamento in tema di attenuazione degli oneri probatori relativi…
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Il contributo analizza l’ordinanza del 15 aprile 2022 pronunciata dal Tribunale di Ferrara sezione Lavoro, con la quale viene accolto il ricorso ex art. 28 d. lgs. 150/2011 con cui venivano fatte valere simultaneamente due distinte azioni relativamente all’obiezione di coscienza al porto ed uso dell’arma da parte di agenti di polizia. Esaminati i principali passaggi motivazionali della pronuncia, l’autrice si interroga infine sulle ricadute che potrebbe avere sulla nozione di discriminazione per opinioni personali, così come affermatasi nella giurisprudenza del giudice nazionale, la sentenza del 13 ottobre 2022 C-344/20 L. F. contro S.C.R.L. della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per la quale l’espressione religione o convinzioni personali contenuta nell’art. 1 della Direttiva 2000/78/CE costituisce un solo ed unico motivo di discriminazione, comprendente tanto le convinzioni religiose quanto le convinzioni filosofiche e spirituali.
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Commento alla sentenza della Corte di giustizia del 12.1.2023, C-356/21, J.K. c. TP s.a.
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Licenziamento discriminatorio: quale il rito processuale applicabile?
by Laura Curcioby Laura CurcioL’articolo contiene alcune brevi osservazioni che traggono spunto dal provvedimento emesso dal Tribunale di Lecco, decreto del 2.5.2022, con cui è stato disposto il mutamento di rito in merito al ricorso presentato da un lavoratore ai sensi dell’art. 28 del d.lgs. n. 150 del 2011, il quale lamentava la nullità del licenziamento adottato nei suoi confronti perché discriminatorio in ragione della sua disabilità.
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In questo contributo l’A. analizza la decisione del Tribunale di Lecco, che ha ritenuto discriminatorio il licenziamento del lavoratore disabile per superamento del periodo di comporto. Secondo il giudice, le assenze del lavoratore dovute a disabilità non devono essere computate nel periodo di comporto anche quando questo è stabilito in misura prolungata per i lavoratori affetti da patologie gravi. L’A. dà altresì conto di alcune recenti decisioni dei giudici di merito che si sono espressi sostanzialmente nello stesso senso sulle medesime questioni.
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Il contributo analizza i principali snodi motivazionali della sentenza del 17 novembre 2022 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Con questa pronuncia è stata accertata l’incompatibilità del limite anagrafico, previsto dall’art. 3, co. 1, del d.lgs. 334/2000, ai fini della partecipazione al concorso pubblico indetto per l’assunzione di commissari della Polizia di Stato, con le disposizioni della dir. 2000/78.
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L’articolo contiene la sintesi della sentenza CGUE del 17.11.22 in materia di discriminazione per età: il caso riguarda il limite di età di 30 anni previsto dalla legge italiana per la partecipazione al concorso da commissario della Polizia di Stato, e la decisione della Corte viene confrontata con tre precedenti sentenze che hanno trattato casi analoghi.
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Per la Corte di giustizia il lavoratore autonomo non può essere escluso da un rapporto di collaborazione in atto a causa del suo orientamento sessuale, né tale orientamento può essere la ragione per il mancato rinnovo del contratto di lavoro.